Il problema di confrontarsi con il passato è sempre quello di evitare un atteggiamento nostalgico. La sfida è riuscire a creare comunque qualcosa di originale. I Calibro 35 hanno raccolto questa sfida, confrontandosi con uno dei momenti migliori vissuti dalla produzione musicale italiana, traendone
elementi essenziali da rielaborare per dare vita ad una idea nuova. Calibro 35 rilegge in chiave moderna un modo di comporre e suonare musica già di per sé molto moderno. Negli anni ’60 e ’70 Ennio Morricone, Louis Bacalov, Franco Micalizzi, Armando Trovajoli, Stelvio Cipriano ed altri “maestri” scrissero temi per le immagini dei nostri registi, sperimentando nuovi strumenti e tecniche di registrazione e riuscirono a definire uno stile preciso ed inconfondibile, proprio spaziando tra generi ed influenze musicali diverse. In parte questo repertorio è stato archiviato, pur rimanendo nel background musicale “pop” d’intere generazioni. C’è voluto Quentin Tarantino per accorgersene: nella colonna sonora del suo ultimo film figurano infatti ben sei brani dei migliori maestri italiani tra cui Morricone, Micalizzi, Cipriani e i fratelli DeAngelis. Ma non c’è probabilmente nessuno oggi al mondo che le sappia suonare con l’energia e l’approccio “rock” ‐ eppure fedele ‐ di Calibro 35, un progetto nato dalla passione per questo dimenticato repertorio, con l’intento di riproporne suoni e atmosfere in bilico tra rispetto filologico e contributo contemporaneo. La commistione di funk, jazz e prog rock che caratterizzava le colonne sonore di “Milano Calibro 9” e “La Mala Ordina” rivive grazie ai musicisti coinvolti: Enrico Gabrielli, fiati e organi (Afterhours, Vinicio Capossela) Massimo Martellotta, chitarre e lap steel (Stewart Copeland, Eugenio Finardi), Fabio Rondanini, batteria e percussioni (Niccolò Fabi, Collettivo Angelo Mai), Luca Cavina, basso (Beatrice Antolini, Transgender) e Tommaso Colliva, produzione (Muse, Afterhours, Phoenix).
I Calibro 35 si formano nell’estate del 2007 da una idea di Tommaso Colliva che invita i musicisti a formare una incredibile jam band e a registrare alcuni pezzi agli studi Omnia B di Milano. E’ l’inizio di un’avventura che forse nessuno dei suoi protagonisti avrebbe immaginato così lunga ed articolata. I Calibro iniziano come progetto parallelo di alcuni tra i più blasonati musicisti italiani, un killer combo che suona brani classici ma oscuri, cercando di sviluppare una interpretazione contemporanea ma con profondo rispetto per gli originali. L’istinto è però fin da subito quello di affiancare proprie creazioni a quel repertorio, diventando una vera e propria band. Il primo disco omonimo esce nell’Ottobre del 2008 per Cinedelic, anticipato da un singolo di grande successo radiofonico (“L’Appuntamento”, splendido brano di Lauzi portato al successo all’inizio degli anni ’70 dalla struggente interpretazione di Ornella Vanoni, qui eseguita dai Calibro con alla voce l’amico Roberto Dell’Era – bassista degli Afterhours).
L’album contiene una serie di classici tratti dalle colonne sonore degli anni d’oro del cinema poliziesco italiano da “Italia a Mano Armata” a “Indagine su Di Un Cittadino Al Di Sopra Di Ogni Sospetto” a “La Ragazza Con La Pistola” ma anche pezzi originali come “La Polizia S’Incazza” e “Notte in Bovisa” che
diventano subito dei piccoli classici. Nel dicembre 2008 i Calibro si impegnano anche nella realizzazione della prima colonna sonora originale per il film “Said” di Joseph Lefevre, soundtrack che la band suonerà anche dal vivo durante la proiezione del film al Forum Studios di Roma, fondato da Morricone nel 1969.
In seguito i Calibro incidono una loro versione di “Tutta Donna” con alla voce Georgeanne Kalweit.
Uscita nella primavera del 2009 “Tutta Donna” regala ai Calibro una ulteriore visibilità, con importanti passaggi radiofonici ed un incredibile successo del video in rete tanto che nella terza ristampa del disco il brano verrà inserito, in apertura di tracklist. Il periodo è ovviamente ricco di concerti in giro per l’Italia (con un lungo tour estivo) ma anche all’estero, che culmina in un tour autunnale negli Stati Uniti, con concerti prestigiosi club di New York, performance radiofoniche sulle costa est e ovest e una esibizione live al George Lucas Institute in California. In questo periodo i Calibro 35 realizzano la colonna sonora di “Eurocrime” documentatrio americano sui poliziotteschi italiani e perfezionano le registrazioni del nuovo album, che esce ai primi di febbraio per Ghost Records.
Il nuovo disco si intitola “Ritornano quelli di… Calibro 35” (registrato a Milano ‐ per la maggior parte negli studi Omnia B ed in parte alle Officine Meccaniche ‐ in varie riprese tra gennaio e giugno del 2009).
Con questo disco Calibro 35 cessa di essere solo un progetto e diventa una vera propria band: a differenza del fortunatissimo primo capitolo, il nuovo album è costituito in gran parte da temi originali scritti dalla band, seppure sia sempre presente la riproposizione di classici del passato, spesso scarnificati rispetto agli arrangiamenti sontuosi degli originali. La band riesce a rendere l’insieme estremamente potente ed omogeneo, tanto che diventa difficile distinguere originali e pezzi storici senza gettare un occhio al booklet.
I brani storici sono cinque, su una scaletta di tredici pezzi, di cui quattro sono tratti da colonne sonore di film del passato, e sono: “Cinque Bambole per La Luna di Agosto” di Piero Umiliani (dal giallo del 1970 di Mario Bava con William Berger, Ira von Fürstenberg, Edwige Fenech), “La Morte Accarezza Mezzanotte” di Gianni Ferrio (tratto dal giallo‐thriller 1972, regia di Luciano Ercoli), “Il Consigliori” di Riz Ortolani (il film è un poliziesco del 1973 di Alberto De Martino con Martin Balsam e Tomas Milian), “Milano Odia” di Ennio Morricone (doveroso omaggio al maestro Lenzi che fece questo poliziesco nel 1974, con Tomas Milian e Henry Silva), mentre “Sospesi Nel Traffico” è un brano di library. L’artwork della copertina del nuovo disco è stato realizzato dal grande illustratore Giuliano Nistri, che ha lavorato per locandine di maestri quali Antonioni, Fellini, De Sica, Rosi, Kurosawa, Petri, Scola, Kubrick e molti altri. Il disco riscuote straordinari successi di critica e di pubblico, pubblico che affolla entusiasta il serrato tour che avviene a ridosso dell’uscita del disco. Viene realizzato il primo video con la regia di Graziano Staino, che gira una claustrofobica, livida versione della morriconiana “Milano Odia: La Polizia Non Può Sparare”.