Enrico Mangione, in arte Mr Henry, si candida da subito a divenire uno degli spiriti più scuri ed inquietanti del panorama alternative italiano.
La sua attività musicale inizia con la passione per il blues più viscerale, passione che lo porta a gravitare in varie bands locali, sino a quando vicende personali e musicali non lo spingono verso la ricerca di una dimensione più notturna e solitaria.
Nascono cosi, nel giro di tre – quattro anni un centinaio di canzoni, brevi e intimiste, che si risolvono a volte nell’aforistico spazio di un minuto. Sfoghi personali che il nostro si diverte a deformare e rendere imprevedibili, tanto nei testi in lingua inglese, ricchi di nonsense, citazioni e giochi di parole, quanto nelle strutture dei brani, spesso senza ritornello e con repentini cambi di registro.
L’ispirazione di Mr.Henry, è da ricercare nello spirito di due dischi in particolare: “Grace” del compianto Jeff Buckley e “The Heart of Saturday Night” di Tom Waits. La voce profonda rimanda ad artisti quali Mark Lanegan e Steve Von Till e la composizione, per certi versi, risulta affine ad artisti quali Mark Linkous (Sparklehorse) e Ed Harcourt, senza nemmeno disdegnare qualche eccentricità folk apocalittica.
Sul palco, Mr Henry è capace di dimenarsi, gridare e maltrattare la chitarra come se stesse suonando punk, dando vita a performance molto fisiche ed intense.